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Top Social Media Marketing Trends 2014: cosa dicono gli esperti

Il 2013 ha visto i social media fare importanti passi avanti nella loro “conquista” del regno di Internet, dall’impennata massiccia nella produzione di video virali su Youtube (basta pensare ai 60 milioni di views per lo spot di Volvo con Van Damme) fino all’arrivo di Vine, al pubblico crescente di Instagram e Whatsapp e alle conferme dei veterani Facebook e Twitter, con il debutto in Borsa di quest’ultimo. Che impatto avranno questi eventi sul social media marketing nell’anno a venire? In attesa dell’arrivo di nuovi social network, di concezioni del marketing sempre più originali e delle forme di comunicazione innovative che vediamo spuntare fuori giorno dopo giorno, abbiamo chiesto ad alcuni esperti del settore quali trend secondo loro si affermeranno nel 2014. Qui sotto le loro “profezie”, e non dite poi che non ve l’avevamo detto!

Vediamo nel dettaglio cosa pensano gli esperti:

Google+ e l’intelligenza collettiva per determinare i risultati sulle SERP

Il processo iniziato negli ultimi mesi andrà consolidandosi. Parlo dell’”Author Rank”, ovvero quella parte dell’algoritmo di Google che sta sostituendo man mano il sistema di link in ingresso per determinare la rilevanza dei contenuti.

I contenuti verranno nuovamente classificati sulla base degli indicatori di qualità, trust del dominio e autorevolezza dell’autore. E proprio su quest’ultimo che ci si aspetta la maggior performance sulla composizione delle SERP, i risultati nella ricerca. La Google Authorship vola verso una nuova stagione, in cui gli autori saranno un tassello importante del processo di indicizzazione e posizionamento dei contenuti.

I link in ingresso, facilmente manipolabili, stanno per essere sostituiti dall’intelligenza collettiva di chi valuta il contenuto in base al potere di coinvolgimento e la sua reale utilità. Una sfida sia per Google che per gli autori sta per iniziare, gettando le basi per l’economia del futuro basata su reputazione e qualità.

Riccardo Scandellari – in arte “skande” – è informatico, giornalista e esperto di social media. Da alcuni anni scrive uno dei blog italiani più seguiti su tematiche di nuovi media e tecnologie. @skande

Less is more! Anche nei social

Ormai i social network sono sicuramente un’ottima opportunità di marketing, ma ovviamente solo se gestiti in modo corretto! Infatti, a prescindere dalle mode del momento o dagli scenari futuri, credo sia importante ricordare che il Social Media Marketing è una delle tante leve del Digital Marketing, e come tale va gestita: vuole dire che deve avere un piano, degli obbiettivi misurabili e delle occasioni di verifica.

Credo che per l’anno a venire l’importante sarà attenersi a poche e semplici regole di base, troppo spesso dimenticate:

1. Prima di qualsiasi cosa, crea un piano strategico: a chi voglio parlare, cosa ho da dire, come voglio dirlo, cosa voglio ottenere

2. Ogni social network ha le proprie caratteristiche: è importante conoscerli e scegliere quello più adatto agli obiettivi definiti nel nostro piano

3. Less is more! Inutile aprire mille account se non ci sono contenuti o risorse da dedicare.

4. Misurare, misurare, misurare: tracciate tutto e cercate di capire che ritorno avete da ogni singola azione.

Alessio Sbrana è Web Marketing Manager. Insieme ad altri professionisti ha fondato b2commerce: offrono consulenza a 360° alle realtà, piccole e non, che operano nel mondo dell’e-commerce. @alessiosbrana
I social network diventeranno ancora di più un’abitudine quotidiana

I social network sono sempre attivi, la gente parla, scherza, racconta, si lamenta ogni momento. Non puoi capire cosa succede se ti affidi solo alla reportistica o se una volta alla settimana vai a verificare cosa è successo. Il 2014 sarà l’anno in cui le aziende si immergeranno nel flusso della conversazione, o come si diceva una volta, praticheranno ilManagement By Walking Around.

Sarà necessario promuovere la familiarità con i propri interlocutori virtuali e porsi molte domande su di loro: che tipi sono? Quali sono i loro interessi? Cosa attizza la loro curiosità? Quali sono i criteri di giudizio? Di cosa si parla in questo momento? Quali argomenti sono considerati interessanti? Qual è il tono di voce gradito? L’atteggiamento adeguato? Quali interventi piacciono, vengono ripresi, suscitano risposte? È “social”, bellezza; se già non fai parte della conversazione, il mio augurio per il 2014 è che entri nelle tue abitudini di ogni giorno.

Alessandro Cederle è Operations Director dell’Eco della Stampa e docente a contratto di Management Information Systems presso l’Università Cattolica di Milano. E’ responsabile in azienda dell’innovazione digitale applicata alla strategia e all’operatività dell’impresa, secondo una visione per cui il monitoraggio dei social network è la nuova frontiera del media monitoring. @ALEX_64

Social Banking, non solo marketing ma anche business

Sta certamente arrivando una nuova onda per quanto riguarda il Social Business. Superata la fase pioneristica, naif, degli anni scorsi, appurato che Social è una cosa seria e non solo un gioco o un passatempo per ragazzini, le aziende stanno affrontando i social media secondo una logica ancora troppo spesso dipartimentali ma certamente più orientata al business il che implica rivedere nella sua totalità flussi, ruoli e organizzazione aziendale, oltre che obiettivi di business e misurazione degli investimenti.

Nel 2014 le aziende acquisiranno una maggiore consapevolezza che Social business diventerà presto il nuovo paradigma aziendale, sia verso l’interno che verso l’esterno, e non uno strumento per fare cose vecchie (Push, interruption, broadcast marketing) con vesti e canali nuovi.

Per la ricerca Social Minds sull’utilizzo dei Social Media da parte delle banche italiane abbiamo identificato fin dalla prima edizione 4 ambiti di analisi che rappresentano 4 direzioni di prospettiva e di sviluppo dei Social media in una logica di Business. Saranno queste le tendenze da seguire nel 2014:

1. Social intelligence: Fare leva sull’analisi dei dati (grandi o piccoli che siano, l’importante è che siano relevanti) per arricchire la conoscenza del cliente con la sua dimensione social; piattaforme di Social CRM di tipo enterpise vanno a colmare questo gap. Poi in ottica di PR alcune banche stanno facendo intelligence verso tutti i loro stakeholder; viene analizzata la reputazione, le reazioni, la credibilità dei Manager (propri e della concorrenza)

2. Social Innovation: Ovvero come le banche possono ascoltare, abbracciare, premiare e rendere esecutive le idee ed i suggerimenti da parte dei propri clienti. Questo rappresenta il massimo grado di advocacy in termini di social innovation.

3. Social Support: Le banche stanno sviluppando e integrando i propri sistemi di assistenza e servizio Clienti (Call e Contact Center) con profili e piattaforme Social. Il social customer care sarà uno dei trend più rivelanti e di maggiore impatto per il 2014

4. Social media marketing: lo metto per ultimo, anche se è stato il primo e forse più semplice e facile ambito di applicazione dei Social media, anche se molto spesso si sono utilizzati i social media per replicare il medesimo approccio unilaterale, di monologo e non di dialogo, prestando poca attenzione al dialogo e alla partecipazione.

Leonardo Bellini è fondatore di Digital Marketing Lab e di un progetto di ricerca sulle banche nel mondo dei social chiamato “Social Minds”. Si occupa di social in tutti i sensi e ne scrive per il blog di DML. @koalasereno

Monitoraggio di contenuti audio, video e testuali per il futuro dei Social

Ogni giorno sempre più aziende acquisiscono la consapevolezza che i social media possono avere un impatto importantissimo per il loro futuro. Si tratta di scoprire qualcosa che, a dir il vero, è sempre stata esperienza molto comune anche in assenza della dimensione digitale che l’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ci sta regalando: le relazioni tra singoli, le esperienze condivise, i consigli e il “chiacchiericcio” possono diventare un mezzo di diffusione di informazione, costruzione di opinioni e in definitiva di orientamento nelle scelte dei singoli.

Sta accadendo che la velocità con cui gli strumenti ci permettono di relazionarci con gli altri, ha assunto livelli tali da comprimere e risolvere, rispetto un’asse temporale ideale, in un “qui e ora” tutto ciò che in passato richiedeva mesi e anni di scambi, contatti ed esperienze.

E’ un po’ come perdere la dimensione del passato e del futuro per concentrarsi sull’esperienza immediata e ciò è vero per l’utente finale (il consumatore) come anche per le aziende. Questa dinamica mette in crisi molte realtà che non riescono ad individuare nei modelli che hanno consolidato per anni il modo di:

- Coordinare gli sforzi umani ed economici per gestire questo fenomeno

- Produrre rapidamente una quantità sufficiente di contenuti informativi e formativi per orientare le scelte dei propri clienti (o potenziali clienti)

- Individuare criteri oggettivi di misurazione della validità degli investimenti

E’ qui che i sistemi di monitoraggio ed analisi quantitativa e qualitativa di contenuti audio, video e testuali generati dagli utenti e dalle aziende acquisiranno sempre più importanza, ma rappresenteranno solo una parte del grande lavoro necessario nelle aziende per riuscire a comprendere e gestire questa trasformazione.

Matteo Reina è partner e Chief Information Officer di Engitel SpA, una digital company di Milano. Si occupa di sistemi editoriali, social media e nuove tecnologie.

Realtime marketing, visual storytelling, social bookmarking

Mi limito a indicare tre parole chiave per tre direzioni di lavoro su cui mi sto concentrando ultimamente perché ogni volta che azzardo una previsione accade sempre il contrario e non vorrei vanificare i miei sforzi!

Realtime marketing: il modello tradizionale di monitoraggio dei media fatto di analisi in profondità e reportistica periodica rimane insostituibile ma non è più sufficiente. I volumi straripanti di big data e la rapidità con cui si consumano le ondate di emozioni in linea impongono forme automatiche di analisi e tempi di reazione nell’ordine dei minuti, pena l’essere tagliati fuori dalla conversazione.

Visual storytelling: un’immagine vale mille parole, i tweet con un’immagine ottengono più retweet e l’identità di molti brand di questi tempi si costruisce o si rinnova su piattaforme come Tumblr e Instagram. Per consegnare il proprio messaggio all’immediatezza dello sguardo e catturare un’attenzione sempre più sfuggente diventa essenziale sapersi raccontare attraverso codici visivi: colori, forme, facce, sfondi.

Social bookmarking: da più parti, compreso questo post, si vocifera che il 2014 sarà anche l’anno di Google+ e che l’authorship subentrerà ai backlink come criterio di rilevanza per i risultati delle ricerche. Ma il tramonto del SEO è iniziato già da tempo e i primi colpi venivano assestati da quei servizi, come Digg per le news e Delicious per le pagine web, che permettevano agli utenti di indicizzare i contenuti dandogli ordine e visibilità. Oggi quei due siti non se la passano bene ma il loro clone Reddit è una tappa obbligata per i contenuti più freschi e virali, mentre gran parte delle news viaggia su Twitter e Facebook attraverso i bottoni per la condivisione. E’ meno importante pensare alle parole chiave di un messaggio che identificare le comunità pronte ad accoglierlo e diffonderne l’eco.

Matteo Borsacchi è project manager del monitoraggio della reputazione online di importanti brand per Eikon Strategic Consulting. Scrive di social media, analisi automatica del contenuto, visualizzazione dei dati ed altro. @borsamat

Social trend o people trend?

Ogni volta che siedo a un tavolo di una PMI o di una grande azienda mi rendo conto che sbagliamo risposte, ma spesso anche domande. Siamo tutti ben consci che Google+ è un tema vero e che il Social Media Marketing sarà mobile e verticale, eppure ancora schiviamo la domanda sul ROI, perché è difficile misurare, le piattaforme non sono settate, il funnel è indefinito o il cliente non capisce la brand equity. Il mio pensiero è che il Social Media Marketing sarà nel prossimo anno più importante per il semplice fatto che meno persone potranno permettersi di ignorarlo, perché non sarà più un gioco. Continuerà a mio avviso ad essere sbagliato non pensare a dinamiche interne ed esterne di customer care digitale come driver di soddisfazione, quella soddisfazione che diviene poi motore della motivazione degli utenti che compongono il sacro graal delle aziende, quei brand evangelist ed advocate che si riveleranno fondamentali per sostenere la forza della marca. L’ecosistema Social diverrà sempre più pervasivo, ma in ambiti che non tutti prevedono, le recensioni per l’e-commerce e le promozioni per i grandi network di contenuti. L’analisi dei dati sarà imprescindibile e sarà incrociata con fonti di dati multiple, anche poco immaginabili come contesti wearable e ulteriori integrazioni in chiave di multicanalità in direzione di un’esperienza utente sempre più pervasiva.

Compito delle aziende sarà quello di definire prima di ogni cosa i propri KPI comprendendo che ad ogni referente aziendale devono essere forniti i giusti dati e che la lead generation e la brand awareness rappresentano obiettivi certo integrati ma ben distinti, da perseguire con strategie diverse che coinvolgono campagne di advertising e pay per performance a servizio del ritorno diretto, e un sistema di gestione della clientela pervasivo e anticipatore, l’unica verità sui big data risiede senza dubbio nella forza predittiva che gli stessi possono garantire alle aziende, sempre più obbligate a intercettare gli umori degli utenti (espressi in hashtag ed etichette similari) più che a difendersi dagli stessi. I settori più maturi portano in luce due esperienze e tendenze chiare agli occhi dei marketers, la crescita di tool e piattaforme che prodottizzando il social media marketing ed il web marketing in genere e la discesa a pioggia delle dinamiche sociali sul business (sulla misurabilità della social enterprise.

Discorso a parte per le PMI, sempre più impegnate a cercare nei social quelle chiavi che invece vanno probabilmente ricercate in strategie di web marketing più ampie (e-commerce, ad esempio) di cui i social rappresentano un ampio volano e, infine, per l’internazionalizzazione, vera opportunità per le aziende e per i consulenti del territorio. Il tema del contenuto sarà fisiologicamente fondamentale, ma questa è quasi un’ovvietà. Vedremo video, infografiche e mini video ma è netta la sensazione che la differenza continuerà a farla il potere di ingaggio di una storia verso il pubblico di riferimento. Solo un consiglio finale: chi sbaglia a pianificare, pianifica di sbagliare.

Giorgio Soffiato è stato ricercatore presso Venice International University e project manager per primarie agenzie digitali italiane. Ha fondato Marketing Arena, agenzia di marketing digitale che si occupa di Web Marketing, Formazione e Project management per PMI, Startup e grandi clienti con particolare attenzione ai settori Food, Finance e Beauty”. @Giorgiosoff

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